Un giorno nella nebbia del referendum: (neanche gli scrutatori ne sanno nulla)

verso il voto 10 giugno 2022 – 10:59 Test ai Gigli: chi pensa di scegliere sul salario minimo, chi si chiede perché non decidano i parlamentari di Giorgio Bernardini Domenica non si voterà sul «salario minimo», com’è parso di capire al giovane Mattia ascoltando la tv. In un affollato pomeriggio ai Gigli, il centro commerciale più grande della Toscana, i referendum sulla giustizia su cui gli italiani sono chiamati a esprimersi domenica, annegano in una fitta nebbia. Quello di Mattia non è neppure il caso più eclatante. Quasi nessuno sa dei referendum, ancora meno conoscono il numero dei quesiti, nessuno ha idea di cosa chieda loro lo Stato. Siamo di fronte a una lunga serie di sorrisi smarriti di tutte le età, un campionario di teste scosse che al dilemma storico della contraddizione sul votare sì per abrogare e no per mantenere le norme, vede sommato l’ostacolo dell’incomprensibilità delle tematiche in gioco. Forse è la scoperta dell’acqua calda, ma misurare la distanza del cosiddetto «Paese reale» dal dibattito politico sullo scenario referendario è un esercizio utile per cercare di capirne le ragioni. Matteo, 21 anni e un paio di bermuda floreali, consuma una sigaretta confessando candidamente di essere sì uno scrutatore, ma uno scrutatore piuttosto distratto: «Sarò al seggio, so che si parla di una cosa una cosa che riguarda i politici e la giustizia, ma non ho capito ancora cosa esattamente dovremmo dire». Accanto a lui l’amica Diletta, anni 22, che non si «intende di queste cose» e dunque ha deciso che non andrà. Il terzo membro del gruppetto è Sara, la più grande. Ha 29 anni e la sua considerazione non pare delle più peregrine: «Ho provato a guardare ma posso dire che se non fossimo in Italia i quesiti sarebbero almeno comprensibili». Ecco un altro tasto dolente, la (mancata) accessibilità del linguaggio utilizzato sulle schede: «Sembra di dover tradurre o trasformare un linguaggio in un altro, una cosa che non mi riusciva nemmeno a scuola». Entriamo, negozio di articoli sportivi. Nella folla Marta, 22 anni, spunta con curiosità sul turbamento degli intervistati: «Parlate dei referendum? Io sarò segretaria al seggio…». Si propone. C’è speranza di trovare la prima traccia di consapevolezza. E anche se distanti dal quorum proviamo a indagare: «Rispetto ai temi non so bene su cosa si decide, ricordo solo che sono sei schede, ma mi informerò la sera prima». Accogliamo la buona volontà come segno di speranza e cambiamo piano. Le scale mobili conducono ai punti ristoro. Dietro il bancone tre uomini: i due più giovani non sanno che si domenica si vota. Un terzo, più maturo, spiega che andrà al seggio. E che leggerà le domande nel segreto della cabina. Per soddisfare la sua curiosità gli mostriamo «in anteprima» i quesiti. Si stupisce che siano «già disponibili», li legge, ma non riesce a comprenderli. Partono le risate degli amici, ma la sua è una condizione comune a molti. Poco più in là, nell’area dei giochi, due ragazzi si vogliono bene e parlano stretti: Niccolò, che studia da nutrizionista, parla della separazione delle carriere dei magistrati («Voterò sì»), mentre Chiara, che pure frequenta Scienze Giuridiche, confessa: «Devo studiarli». Guido invece ha cinquant’anni: sa che esistono i quesiti ma non sa dire di che cosa si tratti. Stessa età di Lubiana, pistoiese originaria dell’Albania divenuta italiana da qualche tempo. Ci tiene, dice che conosce i referendum e che andrà certamente a dire sì o no. Infine arriva Giacomo, 67 anni e un passato recente da operaio. È con la famiglia, forse vuole fare bella figura e si gira verso la nipote mentre risponde alle domande sui quesiti: «…però il nonno non ha ancora capito come mai su temi così importanti non debbano decidere i parlamentari, che abbiamo votato proprio per questo». La newsletterSe vuoi restare aggiornato sulle notizie di Firenze iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Fiorentino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 giugno 2022 | 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-10 08:59:00, Test ai Gigli: chi pensa di scegliere sul salario minimo, chi si chiede perché non decidano i parlamentari,

Pietro Guerra

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