Uno scarno comunicato del Ministero dell’Istruzione dà notizia dell’avvenuta costituzione, ad opera del Ministro Patrizio Bianchi, di un “Gruppo di lavoro che definirà le indicazioni generali per il contrasto della dispersione e il superamento dei divari territoriali, nell’ambito dell’attuazione del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.
Del gruppo fanno parte noti studiosi ed esperti di questa tematica a partire dalla sociologa Chiara Saraceno, anche in passato impegnata in importanti organismi consultivi in materia di disuguaglianza e di povertà e il “maestro di strada” Marco Rossi Doria, già sottosegretario all’Istruzione nei governi Monti e Letta dal 2011 al 2014 e oggi presidente dell’impresa sociale Con i Bambini. Gli altri componenti del gruppo sono Franco Lorenzoni, maestro e scrittore, Ludovico Albert, presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo Settore, Don Marco Pagniello, che è recentemente diventato Direttore nazionale della Caritas, e Massimiliano Morelli, Andrea Morniroli, Massimo Nutini, Valentina Scavone.
Nel comunicato del MI si legge che le “azioni che saranno messe in campo” riguarderanno in particolare “maggiore attenzione alla personalizzazione dei percorsi scolastici negli istituti dove i livelli di apprendimento risultino meno elevati, sostegno mirato ai dirigenti scolastici, mentoring e formazione (anche da remoto) per almeno il 50% dei docenti, potenziamento del tempo scuola con progettualità dedicate”. Il primo compito del gruppo di lavoro sarà quello di definire “indicazioni e linee guida generali da mettere a disposizione delle istituzioni scolastiche che parteciperanno alle azioni del PNRR per contrastare la dispersione scolastica e superare i divari territoriali, un obiettivo al quale il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina uno stanziamento complessivo di 1,5 miliardi”.
L’iniziativa è importante, e c’è da augurarsi che abbia maggior successo dei numerosi, analoghi gruppi di lavoro costituiti in passato per offrire ai decisori politici (ma in questo caso anche direttamente alle scuole coinvolte nelle azioni del PNRR) idee e metodologie idonee a combattere efficacemente la dispersione, come Tuttoscuola auspica da sempre, tanto da aver dedicato ad essa indagini come La scuola colabrodo (2018) e studi come il Rapporto sulla qualità nella scuola (2007 e 2011).
Bisognerà capire, in particolare, perché le ingenti risorse messe a disposizione delle scuole del Mezzogiorno d’Italia dal FSE e dal FESR fin dagli anni Novanta dello scorso secolo non hanno modificato la situazione, come documentano i dati dell’Ocse-PISA e dell’Invalsi. Evidentemente non si è inciso sulle cause di fondo dei ritardi e delle disuguaglianze. La logica dei progettini a pioggia non funziona. Vanno coinvolti soggetti pubblici e privati con le competenze giuste, mettendoli in condizione di lavorare e non disincentivandoli con regole di partecipazione antieconomiche e di astrusa e onerosa applicazione.
Qualche speranza che le cose possano finalmente cambiare risiede nel fatto che al primo punto delle “azioni” sulle quali il gruppo di lavoro è chiamato a lavorare viene indicata la “personalizzazione dei percorsi scolastici”: una misura che comunque, a nostro avviso, dovrebbe riguardare l’intera offerta formativa a tutti i livelli e in tutto il Paese.
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, , Pubblicato da Orazio Niceforo
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