Una serie di scandali sessuali spinge il governo olandese a nominare una «commissaria al #meToo»

di Irene Soave

Mariëtte Hamer, ex sindacalista, dovrà «elaborare un piano per affrontare i comportamenti sessuali inappropriati e la violenza sessuale» nel Paese. La decisione arriva da una serie di scandali nel mondo dello spettacolo, della politica e dello sport

Dopo una serie di scandali sessuali, anche i paritari Paesi Bassi hanno il loro #meToo. E, da questa settimana, anche una commissaria nominata dal premier Mark Rutte che si occuperà proprio di questo: affrontare e perseguire le molestie sessuali nei posti di lavoro e fuori. Lei si chiama Mariëtte Hamer ed è una politica di lungo corso: sindacalista, già deputata (laburista) e membro del Consiglio Socioeconomico, un organo di consulenza al governo composto da tutte le parti sociali. Il suo compito è arduo: «trovare», recita il comunicato del governo circa la sua nomina, «un piano per affrontare i comportamenti sessuali inappropriati e la violenza sessuale». Per brevità i media di tutto il mondo chiamano Hamer «la commissaria al meToo»: in effetti la serie di scandali da cui è scaturita la sua nomina ha avuto, per i Paesi Bassi, proprio questo impatto.

Le prime teste a saltare sono state quelle di The Voice of Holland, talent show — della stessa famiglia del «nostro» The Voice of Italy. Il programma è stato sospeso il 15 gennaio. Diciannove tra concorrenti e collaboratrici della produzione hanno segnalato uno dei volti di punta dello show, il musicista Jeroen Rietbergen, per messaggi a tema erotico e avances sgradite; i suoi superiori lo avevano già richiamato per questo, ma lui aveva sempre negato tutto, compresa l’accusa di violenza sessuale mossagli da una concorrente dello show. Dopo di lui sono uscite fuori accuse a carico di due dei coach del programma, Marco Borsato e Ali B, contro il quale è stata anche sporta una denuncia penale per stupro. Ali B «obbligò varie donne a fare sesso con lui», denuncia il documentario «BOOS: This is The Voice» uscito pochi giorni dopo la sospensione del programma, e carico di testimonianze anonime e non da parte di donne molestate.

Poi, in piena ondata, si sono dimessi lo stesso giorno un parlamentare, Gijs van Dijk, e un dirigente dell’Ajax, l’ex ala Marc Overmars. L’8 febbraio hanno lasciato i loro posti di potere, entrambi per accuse a sfondo sessuale. Gijs van Dijk: membro della Camera Bassa del Parlamento, laburista, ex sindacalista. Si è dimesso «per non nuocere al partito durante le indagini» e ha chiesto scusa «a chiunque sia stato ferito dai miei comportamenti inaccettabili nella sfera privata». Una deputata aveva segnalato suoi palpeggiamenti indesiderati, nel 2019, ed era stata poi espulsa dal partito; vari altri reclami — «ci bacia e ci abbraccia senza il nostro consenso» — erano arrivati sul suo conto alla segreteria del partito, che ora ha affidato «a un’agenzia esterna» un’indagine indipendente circa van Dijk, che nel frattempo si è dimesso.

Overmars, 48 anni, diventato direttore tecnico dell’Ajax nel 2012 dopo una brillante carriera sportiva, si è dimesso «per messaggi inappropriati inviati alle colleghe» per quello che la squadra ha indicato come «un lungo periodo di tempo» , dopo essersi consultato con l’ad Edwin van der Sar. «Il mio comportamento è stato inaccettabile e me ne vergogno», ha detto. «Purtroppo non mi rendevo conto che stavo attraversando un limite, ma mi è stato chiarito negli ultimi giorni. All’improvviso ho sentito un’enorme pressione».

I Paesi Bassi sono associati, nel sentire comune, a una mentalità libertaria e paritaria. Una mentalità dove però, forse, c’è poca consapevolezza del consenso — così ad esempio sul «New York Times» la responsabile di una rete di centri antiviolenza, Gerda de Groot, commentava il caso di The Voice — e forse non è un caso che l’estate scorsa il ministero della Salute abbia patrocinato una campagna progresso, intitolata «Sense», in cui parla di consenso, sessualità rispettosa e imbarazzi a un pubblico di adulti, che può immedesimarsi nelle foto di trenta-quarantenni che si abbracciano e si sorridono o anche nei «sex dummies», manichini di una donna e un uomo dove alcuni cuoricini segnalano le rispettive zone erogene.

Gli olandesi sono circa 17,5 milioni, e ogni anno ci sono circa 1,6 milioni di denunce o segnalazioni di comportamenti sessuali inappropriati, dalla molestia online al catcalling, e 100 mila denunce per violenza sessuale; il 90 per cento dei denuncianti è donna. «Mi aspetto che questa cifra aumenti, all’inizio», ha detto Hamer, «e che poi decresca col tempo. Ma subito, avendo avviato una conversazione nuova, ci saranno più denunce. Nei Paesi come gli Stati Uniti e la Francia, che sono partiti prima, è già andata così».

14 febbraio 2022 (modifica il 14 febbraio 2022 | 15:36)

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, 2022-02-14 15:06:00, http://s.wordpress.com/mshots/v1/https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Festeri%2F22_febbraio_14%2Fpaesi-bassi-scandali-sessuali-accuse-molestie-metoo-49c31d6e-8cec-11ec-ab58-6edac401c3bd.shtml?w=600&h=450, , , , I like add-ons, because they are magnificent!!, I be mad for plugins, because they are the fancy., % %item_title%%, Mariëtte Hamer, ex sindacalista, dovrà «elaborare un piano per affrontare i comportamenti sessuali inappropriati e la violenza sessuale» nel Paese. La decisione arriva da una serie di scandali nel mondo dello spettacolo, della politica e dello sport, di Irene Soave Mariëtte Hamer, ex sindacalista, dovrà «elaborare un piano per affrontare i comportamenti sessuali inappropriati e la violenza sessuale» nel Paese. 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Il suo compito è arduo: «trovare», recita il comunicato del governo circa la sua nomina, «un piano per affrontare i comportamenti sessuali inappropriati e la violenza sessuale». Per brevità i media di tutto il mondo chiamano Hamer «la commissaria al meToo»: in effetti la serie di scandali da cui è scaturita la sua nomina ha avuto, per i Paesi Bassi, proprio questo impatto. Le prime teste a saltare sono state quelle di The Voice of Holland, talent show — della stessa famiglia del «nostro» The Voice of Italy. Il programma è stato sospeso il 15 gennaio. Diciannove tra concorrenti e collaboratrici della produzione hanno segnalato uno dei volti di punta dello show, il musicista Jeroen Rietbergen, per messaggi a tema erotico e avances sgradite; i suoi superiori lo avevano già richiamato per questo, ma lui aveva sempre negato tutto, compresa l’accusa di violenza sessuale mossagli da una concorrente dello show. Dopo di lui sono uscite fuori accuse a carico di due dei coach del programma, Marco Borsato e Ali B, contro il quale è stata anche sporta una denuncia penale per stupro. Ali B «obbligò varie donne a fare sesso con lui», denuncia il documentario «BOOS: This is The Voice» uscito pochi giorni dopo la sospensione del programma, e carico di testimonianze anonime e non da parte di donne molestate. Poi, in piena ondata, si sono dimessi lo stesso giorno un parlamentare, Gijs van Dijk, e un dirigente dell’Ajax, l’ex ala Marc Overmars. L’8 febbraio hanno lasciato i loro posti di potere, entrambi per accuse a sfondo sessuale. Gijs van Dijk: membro della Camera Bassa del Parlamento, laburista, ex sindacalista. Si è dimesso «per non nuocere al partito durante le indagini» e ha chiesto scusa «a chiunque sia stato ferito dai miei comportamenti inaccettabili nella sfera privata». Una deputata aveva segnalato suoi palpeggiamenti indesiderati, nel 2019, ed era stata poi espulsa dal partito; vari altri reclami — «ci bacia e ci abbraccia senza il nostro consenso» — erano arrivati sul suo conto alla segreteria del partito, che ora ha affidato «a un’agenzia esterna» un’indagine indipendente circa van Dijk, che nel frattempo si è dimesso. Overmars, 48 anni, diventato direttore tecnico dell’Ajax nel 2012 dopo una brillante carriera sportiva, si è dimesso «per messaggi inappropriati inviati alle colleghe» per quello che la squadra ha indicato come «un lungo periodo di tempo» , dopo essersi consultato con l’ad Edwin van der Sar. «Il mio comportamento è stato inaccettabile e me ne vergogno», ha detto. «Purtroppo non mi rendevo conto che stavo attraversando un limite, ma mi è stato chiarito negli ultimi giorni. All’improvviso ho sentito un’enorme pressione». I Paesi Bassi sono associati, nel sentire comune, a una mentalità libertaria e paritaria. Una mentalità dove però, forse, c’è poca consapevolezza del consenso — così ad esempio sul «New York Times» la responsabile di una rete di centri antiviolenza, Gerda de Groot, commentava il caso di The Voice — e forse non è un caso che l’estate scorsa il ministero della Salute abbia patrocinato una campagna progresso, intitolata «Sense», in cui parla di consenso, sessualità rispettosa e imbarazzi a un pubblico di adulti, che può immedesimarsi nelle foto di trenta-quarantenni che si abbracciano e si sorridono o anche nei «sex dummies», manichini di una donna e un uomo dove alcuni cuoricini segnalano le rispettive zone erogene. Gli olandesi sono circa 17,5 milioni, e ogni anno ci sono circa 1,6 milioni di denunce o segnalazioni di comportamenti sessuali inappropriati, dalla molestia online al catcalling, e 100 mila denunce per violenza sessuale; il 90 per cento dei denuncianti è donna. «Mi aspetto che questa cifra aumenti, all’inizio», ha detto Hamer, «e che poi decresca col tempo. Ma subito, avendo avviato una conversazione nuova, ci saranno più denunce. Nei Paesi come gli Stati Uniti e la Francia, che sono partiti prima, è già andata così». 14 febbraio 2022 (modifica il 14 febbraio 2022 | 15:36) © RIPRODUZIONE RISERVATA, Photo Credit: , , www.corriere.it, %%item_url %%, Esteri, Esteri, Esteri, Leggi di più, , https://images2.corriereobjects.it/methode_image/socialshare/2022/02/13/bb4c4a00-8d9b-11ec-a91e-e98defcaa657.jpg, Corriere.it – Homepage, Corriere.it – Notizie e approfondimenti di cronaca, politica, economia e sport con foto, immagini e video di Corriere TV. Meteo, salute, guide viaggi, Musica e giochi online , https://www.corriere.it/rss/images/logo_corriere.gif, http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml, Irene Soave

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