di Maria Serena Natale
Katalin Novk incontra il capo dello Stato Sergio Mattarella a Roma: Vogliamo un posto al tavolo di Bruxelles e sovranit a Budapest. Niente imposizioni su immigrazione e famiglia
Un posto al tavolo di Bruxelles e sovranit a Budapest. Tutti uniti contro la guerra di Putin, ma ciascuno a modo proprio. Sui migranti nessuna imposizione, idem su famiglia e Stato di diritto. Nella prima intervista a un giornale straniero da quando nel 2022 diventata a 44 anni la prima donna e la pi giovane presidente della Repubblica magiara, Katalin Novk fa una panoramica completa del mondo visto dall’Ungheria di Orbn. Vicinissima al leader nazionalista, gi numero due del partito di governo Fidesz e ministra della Famiglia, si definisce cristiana, conservatrice, orgogliosa di rappresentare la sua patria, amica della premier Giorgia Meloni. Oggi a Roma vede il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quasi un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Ungheria si oppone alle sanzioni contro la Russia e all’invio di aiuti militari a Kiev ma non pone il veto sulle decisioni Ue. Obiettivi e proposte di Budapest.
Per me la domanda come possiamo fermare l’aggressione russa evitando una Terza guerra mondiale. L’obiettivo degli ungheresi vivere in pace. In quanto membro della Nato e dell’Unione europea, l’Ungheria al fianco dei suoi alleati. Essendo vicini diretti dell’Ucraina, forse sentiamo la minaccia e la realt della guerra in modo ancora pi acuto. Centocinquantamila ungheresi vivono oltre il confine, al di qua dei Carpazi. Non siamo solo generalmente a favore della pace, ma il nostro obiettivo un cessate il fuoco subito. Siamo dalla parte degli ucraini, li stiamo aiutando oltre le nostre forze, l’anno scorso un milione di rifugiati sono arrivati in Ungheria a causa della guerra. A Kiev ho portato personalmente il sostegno e il contributo finanziario degli ungheresi per spedire 10 mila tonnellate di grano in Africa. Cosa dovrebbe fare l’Europa? Credo sia giusto dire con fermezza: basta! Putin ha attraversato il Rubicone. Occorre una posizione unita e forte. Per quanto riguarda i mezzi scelti, ci sono e devono esserci differenze tra i Paesi. Anche le nostre possibilit sono diverse. Nell’attuale situazione di guerra abbiamo bisogno di leader europei forti, di franche discussioni private, di un pensiero strategico comune e di rispetto reciproco. Il 2022 stato l’anno della guerra. Auguro che il 2023 sia l’anno della pace.
Cosa deve prevalere: unit e coesione o la libert di affermare identit e interessi di ciascuno?
Non vedo contraddizione. Al contrario. Una forte identit e l’affermazione degli interessi nazionali sono essenziali. La vera sfida per l’Europa trovare l’unit accettando che la nostra storia, le nostre doti, le nostre culture, i nostri modi di pensare sono molto diversi. Allo stesso tempo per essenzialmente simili. Vedo la base comune nelle radici giudaico-cristiane. L’Unione europea pu ancora essere un successo in prospettiva storica, se non rinunceremo alla nostra cultura cristiana e se resteremo capaci di prendere decisioni comuni e unanimi. Che ci siano dibattiti nel frattempo? Niente di pi naturale. Non vorrei vivere in un Paese o in un mondo in cui non ci sia spazio per la diversit di opinioni. Quanto a interessi nazionali e identit, l’Italia un buon esempio di quanto i cittadini tengano a questi valori.
Quanto contano le relazioni con la Russia di Putin?
Esiste una Russia di Putin? Per me c’ solo la Russia che guidata da Vladimir Putin da molto tempo. La Russia un Paese enorme, distante mille chilometri da noi, con un ruolo storicamente definito, una cultura ricca, e diversa dalla nostra per molti aspetti. duecento volte pi grande dell’Ungheria, ma pi di cinquanta volte pi grande dell’Italia, l’intera Unione europea potrebbe starci dentro quattro volte. L’economia russa una delle pi forti al mondo. Noi ungheresi rispettiamo il popolo russo. La Russia c’era, c’ e ci sar. Lo stesso vale per l’Ungheria. C’erano, ci sono e ci saranno relazioni tra i due Paesi, proprio come tra Europa e Russia o Ucraina e Russia. Nessuno deve idealizzare le relazioni russo-ungheresi. Attualmente Mosca ci fornisce il 55% del fabbisogno di petrolio e l’80% del gas. Stiamo lavorando per ridurre sostanzialmente questa dipendenza il prima possibile. Non vogliamo interferire nella politica interna russa, ma quando un altro Paese sovrano sotto attacco armato, non possiamo rimanere in silenzio. E non rimaniamo in silenzio. Per noi ungheresi e anche per me personalmente il ricordo dell’imperialismo e dell’esercizio del potere sovietico ancora troppo vivo. Non li abbiamo voluti nel 1956, non li abbiamo voluti nel 1989 e non li vorremmo neanche oggi.
Rapporti con il nuovo governo italiano e con la premier Giorgia Meloni.
Oggi l’Italia ha un governo patriottico, con un ordine di valori cristiani che favorisce le famiglie. Siamo felici di lavorare con leader che difendono gli interessi della loro nazione e con i quali possiamo parlare con una voce di reciproco rispetto. L’Italia un attore chiave in Europa per le sue dimensioni, la sua storia, la sua ricchezza culturale e la sua posizione strategica. Non un segreto che con Giorgia Meloni siamo amiche da anni, da quando lei non era ancora presidente del Consiglio n io presidente della Repubblica. La conosco come persona forte, di valori conservatori, aperta al mondo, orientata alla famiglia, che avrebbe dato la vita per la sua Patria. Una persona di parola e affidabile. Gli interessi e le intenzioni di ungheresi e italiani vanno nella stessa direzione, in termini di azione risoluta contro l’immigrazione irregolare, allargamento ai Balcani occidentali, protezione dei cristiani e difesa dei valori della famiglia. Queste sono solo alcune delle aree in cui lavoriamo a stretto contatto. Sono venuta a Roma in visita ufficiale su invito del presidente Sergio Mattarella e attendo con fiducia anche l’incontro con lui.
Chi sono oggi gli alleati dell’Ungheria in Europa?
Vedo tutta l’Europa come un alleato. Il destino condiviso, la geografia, la nostra storia e le opportunit economiche ci legano strettamente ai Paesi dell’Europa centrale, per i quali la collaborazione del Gruppo Visegrd un pilastro. I Paesi del Sud, pi esposti ai flussi migratori, sentono quotidianamente cosa significa la pressione dell’immigrazione di massa, quindi possono capire meglio perch questo argomento sia cruciale anche per noi. Sempre pi persone si renderanno conto che il declino della popolazione non affatto naturale, dobbiamo affrontare il motivo per cui i giovani nel nostro mondo sviluppato non possono avere quanti figli vogliono. Abbiamo in comune con i Paesi senza sbocco sul mare problemi di approvvigionamento energetico. E con i Paesi dei Balcani occidentali condividiamo la visione secondo cui abbiamo bisogno di loro all’interno dell’Unione e dobbiamo accelerare la loro adesione.
Molti governi europei, compreso quello italiano, chiedono pi collaborazione nell’accoglienza dei migranti.
Noi ungheresi suoniamo l’allarme migratorio da otto anni. Per molto tempo abbiamo trovato incomprensione e rifiuto. Ormai la posizione ungherese quasi universale. L’immigrazione irregolare di massa un fenomeno che mostra chiaramente cosa succede quando l’Europa prende decisioni tattiche piuttosto che strategiche. La nostra posizione semplice. L’Unione ha bisogno di frontiere forti verso l’esterno e permeabili all’interno. Bisogna aiutare i profughi, eliminare le cause della loro fuga, rimandare indietro chi arriva in modo irregolare, affrontare nel modo pi severo le reti dei trafficanti di esseri umani, arginare il numero dei migranti economici che arrivano legalmente. E bisogna accettare che i cittadini europei abbiano idee diverse tra di loro su questo tema. Ci sono Paesi che vogliono pi immigrati economici, altri meno. Non ci possono essere imposizioni.
La Ue ha sanzionato l’Ungheria sullo Stato di diritto: come intendete procedere con le riforme e gestire i rapporti con l’Europa?
Venti anni fa ho cominciato a lavorare presso il Ministero degli Affari esteri. Per anni il mio compito stato quello di informare in modo credibile la popolazione ungherese circa i vantaggi dell’ingresso a breve dell’Ungheria nell’Unione europea. Allora come adesso sono a favore dell’Europa. Ci preparavamo con entusiasmo a diventare membri della Ue, molti pensavano che il nostro ingresso sarebbe stato la soluzione a tutti i problemi. Per dieci anni abbiamo dovuto ribadire che l’Ungheria era finalmente all’altezza di far parte a pieno diritto della comunit dei Paesi europei in termini legislativi, economici ed amministrativi. Prendo l’espressione “a pieno diritto” molto seriamente. L’Ungheria Paese membro dell’Unione europea da diciannove anni. Abbiamo imparato i meccanismi di funzionamento e le regole, non siamo dei dilettanti. Pretendiamo gli stessi “pieni diritti” dei cittadini di qualunque Paese fondatore o entrato successivamente. Un posto al tavolo di Bruxelles. E sovranit a Budapest, in Ungheria. Abbiamo finora sempre adempiuto i nostri doveri e lo faremo anche in futuro. Esprimiamo le nostre opinioni, prendiamo parte alle decisioni comuni. Io immagino cos la cooperazione europea. Come presidente della Repubblica il mio compito quello di proteggere l’ordinamento costituzionale dell’Ungheria, tutelare la Costituzione e rappresentare la mia Patria. L’Ungheria uno Stato di diritto democratico. Nessuno fino ad ora riuscito a dimostrare il contrario. Seguo con attenzione le discussioni tra il governo ungherese e le istituzioni di Bruxelles e sostengo con la mia firma le modifiche legislative conformi ai loro accordi. Nell’interesse degli ungheresi e anche dell’Europa auspico che finisca al pi presto questo indegno tiro alla fune. Abbiamo gi abbastanza problemi, un peccato sprecare tempo, energie e risorse su questa lite infruttuosa. Pensiamo invece insieme a come riuscire a fermare la guerra che si sta svolgendo presso i nostri vicini, come superare le difficolt economiche, come risolvere la dipendenza energetica dell’Europa dalla Russia, come organizzare insieme la nostra difesa, come garantire la sicurezza degli europei, come accelerare l’allargamento verso i Paesi dei Balcani occidentali e come ripristinare la fiducia nelle istituzioni europee indebolita da una serie di vicende di corruzione.
Cosa rappresenta per lei l’Europa?
La mia casa, con dentro la mia patria, l’Ungheria.
Il primo ministro Viktor Orbn ha teorizzato la necessit di una democrazia illiberale, una visione che la trova d’accordo?
Per me l’enfasi sulla democrazia, sull’ordinamento e sul funzionamento basati sulla volont del popolo. I miei valori sono quelli di una donna cristiana, conservatrice, che accetta e persino esige opinioni e idee diverse dalle sue.
Orbn attribuisce grande importanza anche alle minoranze ungheresi in altri Paesi, evocando spesso la Grande Ungheria: propaganda o progetto politico?
un fatto storico che l’Ungheria abbia perso due terzi del territorio e un terzo della popolazione dopo il Trattato di pace di Trianon che ha posto fine alla Prima guerra mondiale e sia stata condannata a morte dal sistema di alleanze occidentali. Siamo sopravvissuti, ma le conseguenze di quella decisione sono state gravi. Siamo stati privati di una parte significativa delle nostre risorse. In un’immagine, ci hanno tagliato braccia e piedi. Cent’anni dopo ce ne siamo fatti una ragione: per noi i confini di nazione e Paese non coincidono. In tutti gli Stati confinanti vivono ungheresi. Il loro benessere in patria fondamentale per noi. Siamo responsabili gli uni per gli altri. Chi in questo vede del revisionismo insegue demoni. un risultato importante essere riusciti a concordare le condizioni per una coesistenza pacifica con le leadership di quasi tutti i Paesi vicini. Non posso accettare che proprio in Ucraina, devastata dalla guerra, si dedichino ulteriori energie per rendere impossibile la situazione delle minoranze nazionali che vivono l. L’uso della lingua madre e i diritti delle minoranze sono indiscutibili.
Il Gruppo di Visegrd si di fatto disintegrato su Russia e Ucraina, come sta oggi?
Anche se non in piena forma, il Gruppo di Visegrd vivo. L’Ungheria ha interesse ad avere una comunit di Visegrd forte e quindi auspichiamo di poter mettere da parte ci su cui non siamo d’accordo e dimostrare che i popoli dell’Europa centrale hanno forza e potenziale. C’ molta tensione politica interna nei Paesi nostri partner. In Slovacchia il governo caduto di nuovo, in Polonia si terranno le elezioni politiche in autunno e nella Repubblica Ceca fallita la mozione di sfiducia nei confronti del governo. Ma lo scorso fine settimana un nuovo presidente stato eletto con un’affluenza molto alta. Confido che continueremo a lavorare a stretto contatto con i presidenti Duda, Caputova e Pavel, come abbiamo fatto finora.
stata ministra della Famiglia. Come riassumerebbe la formula ungherese per spingere il tasso di natalit?
Possiamo incoraggiare i giovani attraverso decisioni che li aiutino ad avere e crescere figli, assumendo una posizione forte a favore delle famiglie. E magari anche raccontando le nostre esperienze. Come la premier italiana, anch’io, da madre, sono diventata una leader con un alto ruolo istituzionale. Io e mio marito abbiamo tre figli, il pi grande ormai cresciuto e la pi piccola ha quattordici anni. So bene quanto sia difficile prendere decisioni a favore dei nostri figli quando anche l’esercizio di una professione importante per noi. Comprendo anche i sacrifici e le difficolt che comporta conciliare responsabilit familiari e lavorative nella vita quotidiana. Ma so per esperienza anche che difficilmente nella nostra vita pu esserci fonte di gioia pi grande dei nostri figli. Il nostro obiettivo in Ungheria garantire che nessuno sia pi svantaggiato perch ha scelto di avere figli. Pi figli si hanno, meno tasse si pagano. Una donna che cresce almeno quattro figli non pagher mai pi nella vita l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Aiutiamo i giovani a fondare una famiglia e ad avere una casa propria il prima possibile. I prestiti per gli studenti non devono essere rimborsati se una donna decide di avere un figlio durante o dopo l’universit.
La famiglia tradizionale e l’opposizione a quella che definisce ideologia gender escludono altri modelli. Come risponde all’accusa che l’Ungheria discrimina donne e persone Lgbtq+?
In Ungheria, tutti possono vivere liberamente, indipendentemente dal loro sesso, dalla religione, dalla nazionalit, dalle opinioni politiche e dall’orientamento sessuale. Le leggi tutelano anche le minoranze sessuali. I valori familiari tradizionali sono protetti in modo particolare dalla Costituzione, che dichiara chiaramente che il padre un uomo, la madre una donna e il matrimonio un’unione d’amore tra un uomo e una donna basata sul mutuo consenso. Il nostro obiettivo che i bambini possano crescere con una madre e un padre che li amino e che, se questo loro diritto venisse violato per qualche motivo, ricevano il sostegno di cui hanno bisogno. Per quanto riguarda le opportunit delle donne: l’occupazione femminile salita a livelli record in Ungheria; oggi il numero di donne nell’istruzione superiore supera quello degli uomini, le imprenditrici e le donne dirigenti sono sempre pi numerose, mentre molte donne, negli anni successivi al parto, scelgono di stare soprattutto accanto ai figli. Questa scelta possibile per le donne ungheresi. E come voi italiani avete appena eletto presidente del Consiglio una donna, cos anche in Ungheria, per la prima volta, abbiamo una donna alla Presidenza della Repubblica.
Cosa far in concreto per rafforzare il ruolo delle donne nella societ?
Aiuter le donne ungheresi in tutto ci di cui sentono di aver bisogno. Poich i legami familiari sono tradizionalmente forti anche in Ungheria, ma allo stesso tempo sempre pi donne vogliono ottenere risultati seri anche nella loro vita professionale, il maggior sostegno necessario proprio affinch le due cose non si ostacolino a vicenda. L’obiettivo quello di non dover rinunciare a mettere su famiglia perch si vuole fare carriera e di non rinunciare alla carriera perch si vogliono avere figli. Esprimo un sostegno particolare alle donne di talento, alle famiglie con bambini malati, ai genitori single e sento anche il dovere di occuparmi delle donne interessate alla vita pubblica. Ma soprattutto voglio incoraggiare le ragazze e le giovani donne che si preoccupano di come conciliare famiglia e carriera nella loro vita. Non facile. Non stato facile nemmeno per me. Ma possibile.
Donne al potere: cos’ha imparato finora?
Il potere un mezzo, non un fine. Cosa pu aggiungere a questo il mio essere donna? Innanzitutto un approccio che parte dall’ascolto degli altri. Nella mia esperienza se l’intenzione di capire il partner precede il desiderio di convincerlo, allora possono aprirsi anche porte fino ad allora chiuse. Specie se tutto ci viene accompagnato da un sorriso.
30 gennaio 2023 (modifica il 30 gennaio 2023 | 23:51)
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