Uno studente su tre nelle scuole piemontesi è a rischio di diventare “hikikomori” o lo è già diventato. Questo fenomeno di ritiro sociale coinvolge ragazzi che smettono di frequentare la scuola per isolarsi completamente.
I dati emergono da un questionario realizzato dall’Ufficio scolastico regionale e presentato durante un convegno all’istituto Avogadro.
Sulle 302 scuole che hanno partecipato al sondaggio, 89 hanno segnalato un totale di 149 casi problematici. Sorprendentemente, la fascia d’età più colpita è il terzo anno della scuola media, con una prevalenza del genere femminile. “Ogni caso è diverso e richiede un intervento calibrato”, ha commentato Stefano Suraniti, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, come riporta il Corriere della Sera.
Come è noto, il termine “hikikomori” proviene dal Giappone e significa “stare in disparte”. Si tratta di un fenomeno psicosociale, non una patologia, che ha visto un’escalation post-Covid, aggravato dalla crescente dipendenza dal web.
Tiziana Catenazzo, ispettrice inclusione dell’Usr, sottolinea che anche un singolo caso meriterebbe attenzione. Spesso, il ritiro è preceduto da disagi psicologici o episodi di bullismo. Nel corso del convegno, è stata anche sollevata la preoccupazione per la scadenza, da due anni, di un protocollo di supporto alle scuole e alle famiglie.
Il fenomeno è ora al centro di un nuovo protocollo tra l’Ufficio scolastico regionale e la Regione Piemonte, che prevede tavoli di lavoro di progettazione dal basso per affrontare il problema. La situazione richiede un’azione immediata per evitare conseguenze devastanti per i giovani e le loro famiglie.
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