«Uso un nome d’arte per cantare con Cremonini e Fibra»

di Barbara Visentin

Il cantautore e autore ha pubblicato un brano, «Contrabbando», con due featuring d’eccellenza: Cesare Cremonini e Fabri Fibra

Si chiama «Contrabbando», titolo-metafora «di questi tempi che hanno un po’ una doppia faccia» l’ultimo singolo di Tropico, nome d’arte del cantautore e autore Davide Petrella: «In questo periodo in cui tutti hanno un’opinione su tutto è difficile far passare una buona idea . Meglio allora farla passare prima sottobanco».

Per il brano, Tropico ha messo insieme due featuring di eccellenza, Cesare Cremonini e Fabri Fibra: «Sono due giganti con cui ho la fortuna di collaborare da un po’ ed è un grande attestato di stima che si siano prestati». Il nome di Petrella, classe 1985, napoletano, compare in decine di successi degli ultimi anni (solo all’ultimo Sanremo era co-autore dei brani di Emma, Elisa, Giusy Ferreri e Achille Lauro) e la sua carriera ha cominciato a decollare proprio a partire dal sodalizio con Cremonini: «Sono sette-otto anni che lavoriamo insieme, ma siamo diventati prima amici. Poi per gioco abbiamo buttato giù degli accordi ed è venuta fuori Logico. Allora abbiamo capito che c’era anche una sintonia di penna».

Da lì Petrella ha azzeccato un successo dietro l’altro, ma proprio per prendere le distanze da un percorso già consolidato, ha scelto lo pseudonimo di Tropico per la sua vita da cantautore: «Ho voluto scollegare le due cose, sono due storie diverse che non si sono mai mischiate. Tropico è un nome nato a Cuba, dopo una serie di coincidenze che ho preso come dei segni». Secondo lui, reduce dall’album «Non esiste amore a Napoli» uscito lo scorso anno, «il mestiere dell’autore non si può fare se non sai cosa vuol dire stare davanti a un pubblico».

Ripete come un mantra che la musica è della gente: «Uso poco i social, sono un fan delle canzoni e dei concerti, e ora che sto suonando dal vivo noto un tasso di conversione fra follower e pubblico reale molto più alto di chi fa tanti stream e ha più follower. Per me funziona veramente il passaparola, sta spingendo la mia musica, musica che sale dal basso e non è imposta».

Nei meccanismi attuali vede un po’ di omologazione: «Tutti ascoltano le stesse cose, c’è una giungla di artisti famosi per una stagione e basta. Ma a forza di ricevere tutti lo stesso trattamento, si ha bisogno di trovare strade alternative. Per lavoro a me diverte fare le hit, ma non è quello che cerco e spero che la musica più lavorata venga riconosciuta». Nel suo futuro, non esclude Sanremo: «Ci proverò, credo anche di avere un brano adatto, ma devo vedere che mi rappresenti al cento per cento. Non andrò lì per giocare, la mia musica è pura».

6 agosto 2022 (modifica il 6 agosto 2022 | 23:31)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-08-06 21:32:00,

di Barbara Visentin

Il cantautore e autore ha pubblicato un brano, «Contrabbando», con due featuring d’eccellenza: Cesare Cremonini e Fabri Fibra

Si chiama «Contrabbando», titolo-metafora «di questi tempi che hanno un po’ una doppia faccia» l’ultimo singolo di Tropico, nome d’arte del cantautore e autore Davide Petrella: «In questo periodo in cui tutti hanno un’opinione su tutto è difficile far passare una buona idea . Meglio allora farla passare prima sottobanco».

Per il brano, Tropico ha messo insieme due featuring di eccellenza, Cesare Cremonini e Fabri Fibra: «Sono due giganti con cui ho la fortuna di collaborare da un po’ ed è un grande attestato di stima che si siano prestati». Il nome di Petrella, classe 1985, napoletano, compare in decine di successi degli ultimi anni (solo all’ultimo Sanremo era co-autore dei brani di Emma, Elisa, Giusy Ferreri e Achille Lauro) e la sua carriera ha cominciato a decollare proprio a partire dal sodalizio con Cremonini: «Sono sette-otto anni che lavoriamo insieme, ma siamo diventati prima amici. Poi per gioco abbiamo buttato giù degli accordi ed è venuta fuori Logico. Allora abbiamo capito che c’era anche una sintonia di penna».

Da lì Petrella ha azzeccato un successo dietro l’altro, ma proprio per prendere le distanze da un percorso già consolidato, ha scelto lo pseudonimo di Tropico per la sua vita da cantautore: «Ho voluto scollegare le due cose, sono due storie diverse che non si sono mai mischiate. Tropico è un nome nato a Cuba, dopo una serie di coincidenze che ho preso come dei segni». Secondo lui, reduce dall’album «Non esiste amore a Napoli» uscito lo scorso anno, «il mestiere dell’autore non si può fare se non sai cosa vuol dire stare davanti a un pubblico».

Ripete come un mantra che la musica è della gente: «Uso poco i social, sono un fan delle canzoni e dei concerti, e ora che sto suonando dal vivo noto un tasso di conversione fra follower e pubblico reale molto più alto di chi fa tanti stream e ha più follower. Per me funziona veramente il passaparola, sta spingendo la mia musica, musica che sale dal basso e non è imposta».

Nei meccanismi attuali vede un po’ di omologazione: «Tutti ascoltano le stesse cose, c’è una giungla di artisti famosi per una stagione e basta. Ma a forza di ricevere tutti lo stesso trattamento, si ha bisogno di trovare strade alternative. Per lavoro a me diverte fare le hit, ma non è quello che cerco e spero che la musica più lavorata venga riconosciuta». Nel suo futuro, non esclude Sanremo: «Ci proverò, credo anche di avere un brano adatto, ma devo vedere che mi rappresenti al cento per cento. Non andrò lì per giocare, la mia musica è pura».

6 agosto 2022 (modifica il 6 agosto 2022 | 23:31)

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, Barbara Visentin

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