Valchiavenna, l’esodo di 1.700 frontalieri: «In Svizzera guadagno il triplo». Un’azienda su tre cerca personale

di Barbara Gerosa

Valtellina, 6 mila i frontalieri che ogni giorno vanno a lavorare in Svizzera. Un capocantiere guadagna fino a 7 mila euro al mese, un falegname 4.500 euro. Albergatori e ristoratori non riescono più a coprire il fabbisogno di personale: «La situazione è drammatica»

«Lavoro come operaio in una vetreria a Saint Moritz. Lo stipendio? Il triplo rispetto a quando facevo il cameriere in Italia. Se potessi trovare un’occupazione vicino a casa che mi consentisse di mantenere i miei quattro figli e pagare il mutuo sarei il primo a fare scelte diverse. Ma il divario è troppo alto per tornare indietro». Davide, 38 anni, casa a Verceia, è uno dei 1.700 frontalieri della Valchiavenna (in tutta la Valtellina sono 6.000), che ogni giorno varcano il confine svizzero per andare a lavorare. Una scelta fatta 12 anni fa, quando con i 1.600 euro sudati tra i tavoli di un ristorante della zona non riusciva ad arrivare a fine mese.

Il lavoro in Svizzera

Il tema è quello del lavoro, che in questo caso c’è. A mancare è il personale. Un problema che nelle zone di confine si è fatto emergenza. Perché un impiego in Svizzera è tre volte più remunerativo di uno in Italia (un capocantiere guadagna fino a settemila euro al mese) e le aziende del territorio si trovano a non poter prendere le commesse in questa fase di ripresa, soprattutto nel settore dell’edilizia e della ristorazione. «Oltre alla situazione generale — spiegano il presidente della Comunità montana della Valchiavenna Davide Trussoni e il sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta — pesa il confronto con i livelli retributivi oltre confine. Le nostre aziende investono nella formazione dei giovani e poi, a distanza di poco tempo, perdono queste figure che se ne vanno in Svizzera. Albergatori e ristoratori non riescono a coprire il fabbisogno. La situazione è drammatica».

La ricerca di manodopera

In Valchiavenna sono registrate 1.440 imprese, che occupano 5.046 addetti. Il 30% cerca manodopera. E non riesce a trovarla. «Ho sette dipendenti, me ne servirebbero almeno altri due — racconta Marco Della Morte, titolare della ditta di arredamenti Dmg di Campodolcino —. Ho comprato un nuovo capannone, ho ordini fino a settembre, novembre è già tutto pieno. Non posso accettare altri lavori perché non ho personale. I colloqui? Non si presenta nessuno. A un falegname con qualche anno di esperienza potrei offrire fino a tremila euro di stipendio. In Svizzera ne prende 4.500. Servirebbero sgravi fiscali per le aziende di confine». «Altrimenti i paesi sono destinati a svuotarsi, il tessuto economico a morire— gli fa eco Raffaele Levi, della Autotrasporti Levi Trascav, che si occupa anche di sgombero neve e raccolta rifiuti—. A un giovane pagherei anche il costo della patente per i camion, gli insegnerei il mestiere. Ma niente, sono mesi che non vedo un curriculum. Ho tentato di convincere alcuni amici che fanno la stagione in Svizzera. Mi hanno risposto picche».

Allarme nel ristoranti

Non va meglio al crotto Ombra, noto ristorante di Chiavenna. «Io avrei bisogno di un cameriere subito, e di altre cinque persone per la stagione estiva — spiega Giovanna Crescenzo —. A Pasqua abbiamo dovuto rinunciare a prenotazioni perché non avevamo personale. La verità è che dovremmo copiare il modello svizzero». Concludono Trussoni e Della Bitta: «Occorre trovare un modo per aiutare le imprese a pochi chilometri dal confine per ridurre la distanza di retribuzione e di condizione di lavoro. Diminuire il peso fiscale del costo del dipendente, mettendo i soldi in busta paga. Oppure con iniziative di detassazione. Al momento non possiamo fare altro che rivolgere un appello soprattutto ai giovani a non lasciar cadere opportunità offerte dalle realtà del territorio». Intanto Davide ogni giorno attraversa il confine «perché conviene solo se si vive in Italia, altrimenti in Svizzera i costi dell’affitto (almeno mille franchi per un bilocale) e le spese sono troppo alte».

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23 aprile 2022 (modifica il 23 aprile 2022 | 08:05)

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, 2022-04-23 06:08:00, Valtellina, 6 mila i frontalieri che ogni giorno vanno a lavorare in Svizzera. Un capocantiere guadagna fino a 7 mila euro al mese, un falegname 4.500 euro. Albergatori e ristoratori non riescono più a coprire il fabbisogno di personale: «La situazione è drammatica», Barbara Gerosa

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