Valditara, il docente tutor e le classi pollaio: con 30 alunni, non si fanno miracoli

di Marco Ricucci

Il ministro Giuseppe Valditara vuole introdurre a scuola una didattica individualizzata, alunno per alunno: ma come si fa in classi da trenta?

Ad ogni nuova riforma calata dal Ministero sulla scuola italiana corrisponde un nuovo acronimo che contribuisce a rimpolpare la vastissima gamma attualmente disponibile. E’appena fiorita la nuova figura del docente tutor, che predisporr un percorso personalizzato ovvero, concretamente, dovr ascoltare tutte le lamentele dei docenti curricolari per lo studente in difficolt e compilare, con tutta probabilit, un articolato documento per formalizzare le lacune di chi dovr affrontare lezioni extra di recupero, nel pomeriggio. Qui tutto bene, almeno sulla carta. Ma ci saranno docenti che si fermeranno a fare lezioni extra? Certamente s, purch vengano pagati come dovrebbero: 50 euro lordi all’ora, compenso introdotto ai tempi del Ministro Fioroni nel 2007, per i corsi di recupero, che di solito si svolgono dopo il verdetto della pagella. Ma negli ultimi anni, a causa dei continui tagli nelle leggi di bilancio, i fondi per questi corsi si sono sempre pi assottigliati, tanto che i presidi, sovente, utilizzano gran parte del contributo volontario versato dalle famiglie a inizio anno, per finanziare attivit didattiche finalizzate a ridurre le carenze, mascherate per da ampliamento dell’offerta formativa.

Un problema di preparazione c’ in tutta evidenza: chi arriva all’universit da 13 anni di scolarizzazione spesso deve fare i corsi di recupero imposti dagli atenei sulle competenze di base, come la comprensione di un testo scritto, lo studio della grammatica italiana, la scrittura di un testo argomentativo: si chiamano OFA, ovvero Obblighi Formativi Aggiuntivi. Vale anche – e soprattutto- per le materie scientifiche. Il problema dunque complesso e sono state offerte molte ricette e soluzioni. Nelle parole del Ministro Giuseppe Valditara viene si fa riferimento come un dato di fatto incontrovertibile a uno dei mali della scuola italiana, ovvero la classe-pollaio: in una classe di trenta anche un docente animato da spirito missionario farebbe fatica ad attuare la didattica personalizzata e individualizzata di cui parla il ministro. Concetti che, peraltro, abbondano nelle circolari ministeriali dagli anni Settanta per giungere a una quasi definitiva cristallizzazione normativa nel 2003. I docenti devono poter svolgere il loro lavoro in classi meno affollate, per poter dare la giusta importanza ad ogni alunna e ad ogni alunno, senza sobbarcarsi una elefantiaca mole di burocrazia che nulla hanno a che fare con il lavoro di docente. Gi ai tempi della Ministra Azzolina, in tempi di emergenza pandemica, erano spuntati due inquietanti acronimi: il PIA e il PAI , che, in una foto parodistica che girava tra le chat dei docenti italiani, erano ritratti come le bambine gemelle di Shining. Il Piano Integrazioni Apprendimento e il Piano Apprendimento Individualizzato sembrano ritornare negli adempimenti che il docente tutor (non si sa se sia nell’accezione latina o inglese…), nell’era del MIM, dovr svolgere.

Ma relegare questa figura solo al triennio controproducente, quando nella realt della scuola vera il numero pi alto di abbandono scolastico e di bocciature si registra proprio nei primi due anni. Inoltre, il docente tutor dovrebbe avere un esonero parziale dal servizio, poich impensabile poter svolgere questo delicato incarico con il normale monte ore di insegnamento in classe… ma i dettagli si vedranno durante i primi anni di rodaggio, senza dover ora adempiere alla funzione di Cassandra. Occorre volare alto ed essere lungimiranti per ripensare il delicato passaggio tra scuola media, che considerata l’anello debole del sistema formativo italiano, e la scuola superiore, eventualmente attraverso l’istituzione di una quarta media, dove andrebbero concentrate le risorse per un tutoraggio sulle competenze di base e sul metodo di studio, e per un orientamento per le scuole superiori di ragazzini ancora acerbi. Bisogna, una buona volta, liberarsi dalle classi pollaio al primo anno di scuola superiore perch i docenti possano dedicarsi a ciascuna e a ciascuno, lavorando sulle competenze di base. Senza dover aspettare il docente tutor al triennio delle superiori.

*Docente di italiano e latino presso il Liceo scientifico Leonardo da Vinci e professore a contratto presso Universit degli Studi di Milano

3 aprile 2023 (modifica il 3 aprile 2023 | 18:07)

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