Valditara: Scuola-lavoro, più tutele sanitarie. Formazione per i ragazzi e i tutor

di Valentina Santarpia

Il titolare dell’Istruzione e il caso del mancato indennizzo al 18enne veneto: Cos si cambia

L’alternanza scuola lavoro va rivista: lo ha annunciato su Twitter il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara dopo aver saputo che non sar corrisposto risarcimento al 18enne morto lo scorso settembre durante uno stage.

L’alternanza scuola-lavoro va rivista: bisogna tutelare gli #studenti e la loro vita.
Stiamo lavorando per predisporre una normativa pi giusta e pi avanzata insieme al Ministro Calderone.

— Giuseppe Valditara (@G_Valditara) January 6, 2023

Che cosa cambier?

Gi la prossima settimana si riunir il tavolo sulla sicurezza sul lavoro. D’intesa con la ministra del Lavoro Calderone, abbiamo deciso di rivedere la normativa nella direzione di un rafforzamento delle tutele sanitarie, assistenziali, assicurative. Dobbiamo dare ai nostri giovani maggiori garanzie rispetto a quanto si fatto finora, creando le condizioni perch l’alternanza possa svolgersi in sicurezza. Il problema assicurare il corretto funzionamento del sistema esistente.

La rabbia e il dolore dei genitori stata esasperata dalla decisione dell’Inail che ha negato un risarcimento. Ma si punta solo quindi a modificare le condizioni economiche e assicurative?

Il ragazzo innanzitutto deve essere formato sui temi della sicurezza sul lavoro. E non pu essere lasciato solo nel suo percorso di scuola-lavoro.

Ci sono ancora troppe aree grigie da chiarire nei percorsi trasversali per l’orientamento (pcto): i tutor, la sorveglianza sanitaria, le polizze assicurative…

Un ruolo cruciale l’adeguata formazione del tutor scolastico chiamato a gestire e valutare insieme al tutor aziendale l’esperienza lavorativa collegata alla parte teorica che la giustifica e la sorregge. C’ necessit di un continuo accompagnamento dello studente da parte dei due tutor, di un dialogo costante fra di loro, di una stretta supervisione sia ai fini della sicurezza che dell’efficacia educativa, professionale, umana e culturale della esperienza di alternanza. L’obiettivo anche quello di una maggiore coerenza fra percorso di studio e pcto in modo che quest’ultimo costituisca un patrimonio formativo duraturo.

Le aziende hanno gli strumenti e le conoscenze normative adeguate per accogliere gli studenti nei luoghi di lavoro? Dovrebbero essere pi coinvolte?

Certo: occorre semplificare le procedure amministrative e trovare incentivi per le aziende cos da ampliare la platea dei soggetti disposti a ospitare gli studenti, con requisiti alti in termini di sicurezza e idonei a offrire ambienti di lavoro che siano realmente luoghi di apprendimento.

In un Paese con un 23,2% di Neet e il 12,7% di dispersione scolastica si pu fare a meno di avere percorsi che avvicinino i ragazzi al mondo del lavoro?

No, l’alternanza scuola-lavoro un pilastro fondamentale nel percorso formativo, in particolare per quei ragazzi che frequentano le scuole tecniche e professionali. Ma non solo per loro. Non immaginabile formare un buon tecnologo solo con una istruzione teorica. Non un caso che sia la parte prevalente della formazione tecnico professionale in Germania e Svizzera, e sia diffusa anche nel Regno Unito e in Francia.

Forse bisognerebbe differenziare i percorsi in base al tipo di studio e alle caratteristiche dei soggetti?

Uno studio americano di Heckman-Kautz del 2016 mostra che l’alternanza scuola-lavoro una delle poche prassi educative nella scuola secondaria superiore per la quale si ha evidenza empirica importante di effetti positivi sulla acquisizione da parte del giovane delle competenze non disciplinari: capacit di risolvere problemi, imprenditorialit, empatia, capacit di adattamento, pensiero creativo, gestione del tempo (le cosiddette soft skills). Fondamentali anche per i liceali.

I sindacati, quando si tratta di alternanza, parlano spesso di sfruttamento mascherato degli studenti e di lavoro in nero. Lei cosa ne pensa?

In realt lo studente che beneficia di quest’esperienza, fondamentale per il suo futuro. E con le linee guida sull’orientamento che ho licenziato prima di Natale abbiamo avviato una rivoluzione nella direzione della personalizzazione dei percorsi formativi, della valorizzazione concreta dei talenti individuali, del riconoscimento del merito di ciascuno, della concreta configurazione della figura del tutor dei gruppi classe.

Sembra avveniristico, a differenza del divieto del cellulare in classe…

Chi ha criticato la mia circolare sull’uso del cellulare non l’ha letta. Facciamo riferimento esplicito alla importanza del Piano Nazionale della Scuola digitale e alla centralit della cittadinanza digitale. L’uso del cellulare per finalit didattiche espressamente riconosciuto.

6 gennaio 2023 (modifica il 6 gennaio 2023 | 20:55)

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