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Il ministro dell’Istruzione e merito, Giuseppe Valditara, questo pomeriggio, mercoledì 22 marzo alle ore 15, risponde a interrogazioni sulle iniziative per la valorizzazione del ruolo degli insegnanti e del personale scolastico nel suo complesso (Sasso – Lega); sulle iniziative volte a escludere il sistema nazionale d’istruzione dal progetto di attuazione dell’autonomia differenziata (Orrico – M5S).
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
SASSO (LEGA), Al Ministro dell’istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
gli insegnanti sono le persone che, dopo la famiglia, incidono di più nella formazione di un giovane, in termini sia di competenze sia di carattere. Sono coloro che sanno trasformare le parole di un libro in conoscenza e che possono rendere vivo e interessante un argomento, stimolando, arricchendo e formando il futuro di uno studente;
sebbene gli insegnanti siano il cuore pulsante della scuola italiana, per loro non esiste, a oggi, un vero sistema premiante, a parte la stima e il riconoscimento di studenti e genitori, quando non mancano persino questi ultimi e i docenti si ritrovano vittime di violenza verbale e fisica;
dopo tanti anni di immobilismo, si riscontra l’intenzione del Governo avviare un progressivo miglioramento delle retribuzioni nel comparto scuola e sostenere specifiche politiche del personale finalizzate a rafforzare l’orientamento e a contrastare la dispersione, nell’ambito di un nuovo modello di scuola incentrato sul merito;
è di qualche giorno fa la notizia della firma dell’integrazione per aumentare le retribuzioni del personale scolastico grazie alla disponibilità di ulteriori 300 milioni di euro circa, stanziati dalla legge di bilancio per il 2022 sul Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, da destinare all’incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola;
in questa misura si ravvisa un cambio di paradigma che vede finalmente un rapporto sano fra il Governo e le organizzazioni sindacali, fondato su un confronto costruttivo e pragmatico, capace di portare a conclusione la negoziazione sugli aspetti normativi del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021;
è utile, infine, richiamare l’attenzione sul fatto che la valorizzazione del personale docente è finalizzata al progresso della qualità del servizio scolastico nel suo insieme (innovazione didattica, qualità dell’insegnamento, miglioramento degli esiti e delle performance degli studenti, assolvimento di responsabilità di carattere organizzativo e didattico, formazione continua e sviluppo professionale) e che a breve sarà necessario definire ulteriori misure di valorizzazione dei docenti, nonché i criteri di distribuzione delle risorse premiali per il prossimo anno scolastico –:
se e quali ulteriori iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per assicurare adeguato riconoscimento al ruolo degli insegnanti e del personale scolastico tutto.
ORRICO (M5S), Al Ministro dell’istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
con l’autonomia differenziata singole regioni potranno chiedere allo Stato il trasferimento delle funzioni e delle competenze definite dagli articoli 116 e 117 della Costituzione; dunque, le regioni possono essere destinatarie di ulteriori condizioni e forme particolari di autonomia in diversi ambiti, compresa la scuola;
l’attribuzione di funzioni è subordinata alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, con l’istituzione di una cabina di regia composta dai Ministri competenti per una ricognizione del quadro normativo e determinare i livelli essenziali delle prestazioni e i relativi costi e fabbisogni standard nelle materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale;
con riferimento ai «limiti di stanziamento a legislazione vigente» a priori per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, non si potranno avere pari diritti in tutto il Paese, perché tali limiti negano qualunque possibile ipotesi di maggiore investimento;
in ambito scolastico, per la specificità del sistema di istruzione, risulta difficile ragionare di livelli essenziali delle prestazioni, in quanto la scuola non produce beni materiali o prestazioni facilmente misurabili e i bisogni variano da un contesto territoriale all’altro;
anche i sindacati di categoria vivono con grande preoccupazione l’autonomia differenziata per il sistema pubblico di istruzione, in quanto essa finirebbe per aumentare le diseguaglianze, limitare la libertà di insegnamento e non garantire il diritto allo studio;
lo scenario che si presenta è: un organico regionale del personale scolastico, bandi di concorsi regionali, regionalizzazione della dirigenza scolastica, contratti regionali, differenziazione degli stipendi su base territoriale, conseguenze sulla mobilità;
sarebbe, inoltre, negato l’esercizio del diritto allo studio in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale e si realizzerebbe un doppio regime, nazionale e regionale; le scuole si differenzierebbero più radicalmente, il divario Sud-Nord non potrebbe che aumentare; la diffusione uniforme di scuole dell’infanzia e tempo pieno sarebbe definitivamente negata; il valore legale del titolo di studio sarebbe compromesso e le regioni potrebbero decidere autonomamente su programmi, strumenti e risorse;
per il sistema istruzione, più che di livelli essenziali, si dovrebbe parlare di livelli uniformi delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, al fine di sottolineare l’unità del sistema di istruzione e non una variazione regionale dei valori minimi dei livelli essenziali delle prestazioni;
tra l’altro, la regionalizzazione si inserirebbe in un contesto dove le diseguaglianze del sistema scolastico sono da tempo ampiamente registrate e aumenterebbe solo le differenze già esistenti, ad esempio in riferimento alla dispersione scolastica, ai neet –:
se non ritenga urgente adottare iniziative di competenza affinché il sistema nazionale d’istruzione sia escluso dall’attuazione dell’autonomia differenziata.
Le risposte di Valditara
Ecco le parole di Valditara: “La valorizzazione dei docenti è una delle priorità dal momento del mio insediamento. Abbiamo raggiunto una serie di obiettivi oggettivi. L’idea del merito e del ripristino dell’autorevolezza dei docenti include il rafforzamento della dignità professionale dei docenti e di tutto il personale che va realizzata con un aumento delle retribuzioni. Abbiamo subito sbloccato, in poche settimane, un contratto fermo da tanto tempo, abbiamo stanziato cento milioni aggiuntivi. Abbiamo deciso di cambiare finalità ai 300 milioni previsti a bilancio che erano stati indirizzati a non precisate finalità. Abbiamo deciso di destinarli all’aumento delle retribuzioni. Abbiamo deciso di stralciare la parte economica in modo da garantire gli arretrati per Natale. Abbiamo ottenuto lo stanziamento di ulteriori 150 milioni utilizzati per valorizzare il personale della scuola e favorire la riforma della personalizzazione dell’insegnamento per dare ai nostri ragazzi prospettive realizzanti”.
“Non ci accontenteremo di questi risultati, che hanno rappresentato un punto di rottura rispetto all’immobilismo dei Governi precedenti ma continueremo a lavorare per valorizzare il personale scolastico, che considero la spina dorsale del nostro Paese”.
Qui la risposta di Sasso: “Noi usiamo i soldi per valorizzare il personale scolastico. L’opposizione ha speso più soldi in banchi a rotelle e mascherine che puzzavano, questo grazie al famigerato trio Azzolina, Speranza, Conte. Qualcuno dovrebbe scusarsi. Vada avanti ministro, siamo nella direzione giusta. Non si lasci intimidire da chi va in piazza perfino con gli anarchici e che usa qualche docente e qualche dirigente per gridare al presunto ritorno del fascismo”.
Autonomia differenziata e scuola
Ecco le parole di Valditara a proposito dell’autonomia differenziata in risposta a Susanna Cherchi (M5S): “La legge di bilancio per il 2023 ha stabilito che per perseguire la promozione delle autonomie regionali, mediante l’autonomia differenziata, occorre prima dimostrare di saperla coniugare con l’introduzione degli indispensabili strumenti di garanzia di coesione nazionale rappresentati dalla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, con i correlati costi e fabbisogni standard. D’altronde, l’obiettivo di determinare questi ultimi, anche con riferimento all’ambito dell’istruzione e della formazione, costituisce l’adempimento concreto di quanto espressamente previsto dall’articolo 117, secondo comma, lettera m) della Costituzione, la cui attuazione – va precisato – si impone indipendentemente dal
processo di autonomia differenziata. Voglio ricordare che l’articolo 117, comma secondo lettera m della Costituzione è stato approvato nel 2001 da una maggioranza di centrosinistra. Inoltre, per rispondere subito al quesito posto, va precisato che la materia “istruzione” rientra a pieno titolo tra quelle per le quali la nostra Costituzione prevede “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” e ancora una volta si rimanda all’articolo 116 terzo comma che venne approvato nel 2001 da una maggioranza di centrosinistra”.
“Sottolineo che ho più volte escluso che possa essere intaccato il contratto nazionale. Programmi scolastici? C’è una giurisprudenza costituzionale che prevede che siano materia dello Stato. Il Governo ha garantito una grande partecipazione istituzionale e ha istituito una cabina di regia in cui è coinvolto anche il mio ministero. Saranno coinvolti tutti i soggetti interessati. Sono stati già attivati tavoli di confronto. Con questo metodo serio e aperto auspichiamo che il percorso intrapreso possa portare ad un’attuazione aderente allo spirito più autentico del dettato costituzionale”.
Anna Laura Orrico (M5S) ha risposto dicendo che le parole di Valditara non sono convincenti: “Chiediamo al ministro Valditara di escludere la scuola dall’attuazione dell’autonomia differenziata. Lunedì scorso abbiamo incontrato i sindacati della scuola e condiviso fortissime preoccupazioni. Per la specificità del sistema di istruzione è assurdo ragionare di LEP, in quanto la scuola non produce beni materiali o prestazioni misurabili e i bisogni variano da un contesto territoriale all’altro. Ma soprattutto l’autonomia differenziata finirebbe per aumentare le diseguaglianze, limitare la libertà di insegnamento e non garantire il diritto allo studio. Lo scenario che si presenta è: un organico regionale del personale scolastico, bandi di concorso regionali, regionalizzazione della Dirigenza scolastica, contratti regionali, differenziazione degli stipendi su base territoriale, conseguenze sulla mobilità. Insomma lo spaccamento del sistema scolastico nazionale, con il divario Sud-Nord che non potrebbe che aumentare. Inoltre la diffusione uniforme di scuole dell’infanzia e tempo pieno sarebbe definitivamente negata, il valore legale del titolo di studio sarebbe compromesso e le regioni potrebbero decidere autonomamente su programmi, strumenti e risorse”.
“La vostra visione della scuola è commerciale. Tutto questo porterà ad un indirizzo scolastico diverso in ogni regione. Formeremo cittadini pugliesi, lombardi, non italiani. Avete esautorato il Parlamento. Ministro, crede veramente che uno studente di Crotone parta dallo stesso punto di uno di Torino?”.
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