Vanessa Gravina: Niente paragoni, per favore…

di Emilia Costantini

L’attrice protagonista dello spettacolo Testimone d’accusa dalla commedia di Agatha Christie, nel ruolo che nel celebre film fu interpretato da Marlene Dietrich

Marlene Dietrich ed io? L’unica cosa che abbiamo in comune che siamo entrambe nate sotto il segno del Capricorno: autodisciplinate, latentemente folli e molto ambiziose, ride Vanessa Gravina che il 17 gennaio debutta al Teatro Quirino con il primo, in assoluto, allestimento italiano di Testimone d’accusa, dall’omonima commedia di Agatha Christie, maestra del brivido, con la regia di Geppy Gleijeses e la traduzione di Edoardo Erba. Ho il non facile compito di ricoprire il ruolo che, nel celebre film del 1957, un cult-movie firmato da Billy Wilder, interpretava proprio la grande attrice tedesca — continua Gravina —. Ovviamente non mi azzardo a cercare dei paragoni con lei, un mito della cinematografia internazionale, sarebbe ridicolo.

Questione di modestia?
un fatto oggettivo. Soccomberei al confronto e se mi ci metto a pensare non ne esco… Ci che mi colpisce in Marlene il suo essere androgina, quasi mascolina, una femminilit che oserei dire casta, non ostentata, seria rigorosa.

Nello spettacolo, prodotto da Gitiesse, sono coprotagonisti Giulio Corso nel ruolo del marito Leonard Stephen Vole (nel film impersonato da Tyrone Power), e Giorgio Ferrara in quello dell’avvocato sir Wilfrid Robarts (Charles Laughton sul grande schermo). Si tratta di uno dei pi importanti drammi giudiziari e la trama nota. Vole accusato dell’omicidio di una ricca, anziana vedova, che gli ha lasciato una cospicua eredit, e Robarts accetta di assumerne la difesa in tribunale. Ma se in un primo momento la moglie fornisce un alibi fondamentale al marito, per salvarlo dalla prigione, la situazione ben presto si capovolge per concludersi con un finale a sorpresa.

Un meccanismo infernale?
Proprio cos, che si districa in un crescendo emozionale, battuta dopo battuta. Lo spunto, come spesso accade nelle opere di Christie, parte dalla storia di una donna tradita dal marito pi giovane.

Testo autobiografico, giusto?
Gi, l’autrice fu infatti tradita dal primo marito. E La nostra messinscena si basa sul testo teatrale originale della scrittrice, una pice del 1953, gi nata come un autentico mystery. E il mio personaggio ha mantenuto il nome di Romaine e non quello di Christine, poi assunto da Dietrich. L’ambientazione resta quella degli anni Cinquanta, la stessa dell’opera cinematografica che ho visto e rivisto pi volte non solo adesso, ma negli anni.

Per confrontarsi?
Direi il contrario: per distanziarmi, per non farmi condizionare. Sto lavorando in sottrazione e vorrei dare alla donna che interpreto un piglio algido: Romaine un iceberg, un enigma in un complicato gioco di ribaltamento e di ambiguit che francamente mi ricorda certe opere pirandelliane a proposito dell’essere e dell’apparire.

Lei, Vanessa, oltre agli impegni in palcoscenico, per dal settembre 2018, la contessa Adelaide di Sant’Erasmo nel Paradiso delle signore, la serie in onda su Rai1.
Adelaide una donna fuori dal tempo. La differenza fondamentale tra lei e Romaine che la contessa resta rigidamente legata, aderente alle regole della convivenza… mi ricorda un po’ il personaggio di Creonte. Mentre l’altra, la vedo come una sorta di Antigone: infrange le leggi, fino a sacrificare s stessa.

Non si stancata di interpretare Adelaide?
Non nego che la ripetitivit seriale comincio ad avvertirla – ammette l’attrice – tuttavia aggiungo che si tratta di un ruolo ben costruito, ben riuscito e poi… per fortuna il teatro mi distrae, proponendomi figure di donne molto diverse, come in questo caso. Quando sar arrivato il momento di concludere, e sar ora di finirla, chiuder il capitolo senza problemi.

4 gennaio 2023 (modifica il 4 gennaio 2023 | 21:45)

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