Vino e birra, le etichette «anti cancro» e le scelte Ue: alcol tra le sostanze cancerogene

Lettere da Bruxelles

di Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles14 feb 2022

Sgombriamo il campo da semplificazioni: l’Unione europea non ha intenzione di vietare il vino. Martedì 15 febbraio la plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo voterà gli emendamenti al testo conclusivo della commissione per la Strategia europea alla lotta al cancro (Beca) e il giorno dopo l’intero testo. Il documento è una raccomandazione e non è vincolante ma è chiaro che costituisce un indirizzo politico per le future proposte legislative che la Commissione Ue deciderà di mettere in campo.

C’è molta agitazione intorno al testo, soprattutto nel mondo del vino italiano ed europeo. Il report affronta la questione della lotta al cancro in tutti i suoi aspetti, dalla diagnosi precoce all’accesso alle cure, dalla ricerca alla prevenzione. E in questa parte viene affrontato anche il fattore alcol. «È fondamentale tenere presente che questo è un report che si occupa di lotta al cancro — spiega l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti, relatrice per il gruppo S&D del testo —. Per quanto riguarda la prevenzione dei tumori, tutte le istituzioni scientifiche internazionali concordano nell’affermare che la molecola di alcol è un potente cancerogeno». Nel testo si chiede l’introduzione di etichette per il vino, la birra e gli alcolici sul modello di quelle usate per le sigarette e di aumentare la tassazione. Il punto di partenza è che «per la scienza non esiste un uso che non sia dannoso dell’alcol», osserva Moretti, aggiungendo che «grazie al lavoro di questi mesi, siamo riusciti ad inserire il tema della dieta mediterranea, che comprende anche un bicchiere di vino, e abbiamo eliminato il riferimento al Nutriscore, ma soprattutto abbiamo inserito una disposizione che prevede la proporzionalità del rischio: a minore consumo corrisponde minore rischio».

Per modificare il testo sono stati presentati quattro emendamenti, primi firmatari Paolo De Castro (Pd, S&D) e Herbert Dorfmann (Svp, Ppe), che hanno trovato il sostegno di 150 eurodeputati «della maggioranza Ursula, cioè Ppe, socialisti e liberali — spiega De Castro —. Sono emendamenti chirurgici, chiediamo di differenziare tra uso e abuso di alcol e sull’etichettatura vogliamo sistemi più trasparenti, che forniscano ai consumatori informazioni sul consumo moderato e responsabile». Anche il M5S ha firmato gli emendamenti: Dino Giarrusso spiega che «in Europa registriamo troppi assalti alla dieta mediterranea e alle nostre eccellenze enogastronomiche». Per Aldo Patriciello, componente della commissione Beca per Forza Italia, «gli emendamenti vanno nella direzione giusta» e bisogna distinguere «tra la moderazione e l’eccesso». Per Stefania Zambelli e Angelo Ciocca, i rappresentanti della Lega in commissione Beca, «è necessario perfezionare il testo per evitare una penalizzazione di vino e carne, la dieta mediterranea è una componente importante in questa sfida». L’Ecr e la delegazione di Fratelli d’Italia con il relatore ombra Pietro Fiocchi hanno presentato degli emendamenti per modificare la proposta per distinguere tra abuso e consumo moderato e intervenire sull’etichettatura.

«Non abbiamo detto che il vino va vietato — conclude Moretti, che difende il testo — ma bisogna promuovere un’informazione corretta per la salute dei cittadini».

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