Webinar Cisl-Tuttoscuola/2. Il Service Learning

Nel primo webinar sul tema “PNRR – Riduzione dei divari territoriali” si sono succeduti due relatori, il prof. Italo Fiorin, presidente della Scuola di Alta Formazione “Educare all’Incontro e alla Solidarietà” (EIS) dell’Università LUMSA di Roma, dove insegna Didattica generale e Pedagogia e didattica speciale, e coordinatore del comitato scientifico nazionale del MI per le Indicazioni nazionali per il curricolo della Scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, e la dottoressa Stefania Strignano, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Ungaretti di Melzo, balzato alla ribalta durante la pandemia per aver utilizzato al meglio le tecnologie che hanno reso efficace e proficuo l’insegnamento e l’apprendimento a distanza.

Italo Fiorin ha parlato del Service Learning, una metodologia didattica particolarmente valida per contrastare l’insuccesso e la dispersione scolastica innanzitutto perché rimotiva gli studenti a rischio e motiva tutti a vivere l’apprendimento in modo attivo ed esperienziale (seguendo le indicazioni di John Dewey e Paulo Freire), e non solo sul piano individuale ma anche in dimensione sociale, come hanno insegnato, in Italia, il don Milani di I care, Mario Lodi e Alfredo Giunti. L’idea centrale del Service Learning è infatti che gli studenti imparano meglio se mettono ciò che apprendono al servizio di altri.

Quattro sono le ragioni alla base delle iniziative di Service Learning:

– pedagogiche perché si pongono in alternativa all’individualismo competitivo;

– psicologiche perché fondate sul bisogno di relazionarsi con altri e di comprenderne le esigenze;

– sociali perché la scuola non va intesa come un “fortino accademico”, ma è parte della società con la quale deve relazionarsi;

– didattiche perché fondate sulla interdisciplinarità e sull’apprendimento cooperativo finalizzato al cambiamento della realtà personale e di quella sociale.

Risultati rilevati: impegno degli studenti nella ristrutturazione degli ambienti scolastici; calo del 20% degli abbandoni; diminuzione dell’assenteismo; crescita della sicurezza e della fiducia nella scuola; realizzazione di open day per far conoscere ai cittadini il lavoro fatto e i risultati ottenuti, come nel caso della ristrutturazione degli edifici scolastici o del successo delle iniziative. Fiorin cita il caso di Porto Torres, dove sono in corso otto iniziative di Service Learning, tra le quali la riapertura di una sala cinematografica, utilizzata anche come cineforum per gli studenti.

Porto Torres (Provincia di Sassari 28.000 abitanti) è stata scelta per le sue caratteristiche peculiari: il più alto tasso di abbandono scolastico del Paese, la mancanza di luoghi di aggregazione per adolescenti e giovani adulti, problemi economici legati alla disoccupazione e altissimi livelli di disgregazione familiare e deriva sociale.

Qui il Service Learning ha preso la forma del progetto R.E.T.I. (acronimo di Ricerca Educativa per un Territorio Inclusivo), con l’obiettivo di contrastare in quel territorio la ‘povertà educativa’, prevenire l’abbandono scolastico, potenziare l’alleanza tra scuola e attori educativi esterni (comprese famiglie, agenzie educative, enti locali) e rinnovare l’insegnamento, secondo le linee prima ricordate, al fine di mettere la comunità educante nelle condizioni di collegare i bisogni educativi dei bambini e dei giovani alla realtà del territorio.

Il progetto, tenendo insieme i suoi multipli soggetti (scuola, giovani, comunità, istituzioni), ha consentito di sistematizzare un modello di intervento multistrato, cioè composito e plurivalente, basato sul collegamento autentico tra i diversi livelli della comunità, mettendo al centro il Service Learning e la scuola (infanzia, primaria e secondaria) nel loro ruolo strategico di catalizzatori di reti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, , Pubblicato da Orazio Niceforo
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