di Paolo Foschi
L’ucraino, 28 anni, sarebbe dovuto salire sul ring il 13 maggio a Londra per difendere il titolo mondiale. Ma è a Irpin, dove si è arruolato nella difesa territoriale. La sua storia raccontata dalla Cnn
Yaroslav Amosov, 29 anni, è una leggenda vivente dello sport ucraino, uno fra i campioni in attività più amati nel suo Paese: detiene la corona iridata dei pesi welter nelle arti marziali miste, la disciplina conosciuta con la sigla Mma (Mixed Martial Arts). Per lui, questi, sono giorni particolari. Fino al 20 febbraio era in Thailandia per uno stage di allenamento per affinare le tecniche del Muay Thai, sport di combattimento considerato fra i più efficaci. E il 13 maggio a Londra avrebbe dovuto difendere la corona mondiale contro Michael Page. Dopo 26 vittorie consecutive, sognava di raggiungere il record assoluta di imbattibilità di un altro mito di questo sport, i 29 successi di fila di Khabib Nurmagomedov, lottatore russo. Quattro giorni prima dell’invasione ordinata da Vladimir, però, l’atleta ucraino è tornato in patria, a Irpin, teatro nelle scorse settimane di violenti combattimenti, per mettere in salvo la moglie e il figlio di 6 mesi. E si è arruolato nelle forze territoriali per difendere la sua famiglia, la sua casa, il suo paese. La storia di Yaroslav è stata raccontata dalla Cnn, che ha pubblicato una lunga e toccante intervista esclusiva. «incitamento alla violenza».
«È difficile guardare la tua città che un tempo era piena di felicità, di vita», ha detto rispondendo alle domande del giornalista Matias Grez. «È sempre stato molto bello qui, le persone erano felici, erano felici della loro vita» mentre ora c’è solo «distruzione». Ricorda Amosov: «Nei primi giorni era molto difficile guardare, abituarsi a tutti questi eventi, vedere come le persone scappavano dalle loro case. Non tutti potevano andarsene, alcune persone avevano genitori che non potevano lasciare indietro, che erano molto anziani e non potevano muoversi correttamente. Le persone corrono… prendono i loro figli, prendono i genitori in braccio e corrono, piangono, non sanno cosa fare. Le persone corrono con i loro animali domestici. Ho visto un soldato che correva tenendo in braccio un bambino. Le cose del bambino erano tutte ricoperte di sangue, ma il sangue non era suo, era di suo padre. La madre correva dietro. Il bambino aveva probabilmente due o tre anni, ma non capiva nemmeno cosa stesse succedendo, non l’ho sentito piangere, probabilmente era solo in uno shock irreale». Amosov ha raccontato al giornalista della Cnn che nei momenti più duri dei combattimenti ha temuto di non sopravvivere. E fra i momenti più toccanti, ha ricordato il giorno in cui, dopo la ritirata dei russi, con la sua squadra è andato a portare aiuti ai civili ancora nascosti nelle cantine e nei rifugi.
Un mese fa il lottatore ucraino aveva pubblicato sui social un video mentre recuperava a casa della madre la cintura iridata conquistata sul ring. «E’ stato un momento molto bello, perché la cintura era sana e salva». Amosov ha raccontato anche di aver perso dei commilitoni e di aver conosciuto ragazzi rimasti mutilati sotto le bombe dei russi, come uno suo tifoso che è andato a trovare in ospedale. Adesso però è tornato a pensare al futuro sportivo. Con la situazione meno concitata, il campione ucraino ha già ripreso ad allenarsi nella sua città per cercare di rientrare in forma. E riprendere, quando la guerra sarà finita, la sfida interrotta.
11 maggio 2022 (modifica il 11 maggio 2022 | 03:50)
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, 2022-05-11 01:53:00, L’ucraino, 28 anni, sarebbe dovuto salire sul ring il 13 maggio a Londra per difendere il titolo mondiale. Ma è a Irpin, dove si è arruolato nella difesa territoriale. La sua storia raccontata dalla Cnn, Paolo Foschi